Villa La Quiete è ricordata per la prima volta nel catasto fiorentino del 1427 come “abitazione da signore e da famiglia e due chase poste nel popolo di Santa Maria a Quarto”, di proprietà dei fratelli Orlandini. Da allora la sua felice posizione sulle suggestive colline di Careggi le valse l’interesse di numerosi proprietari, tra i quali il capitano di ventura Niccolò da Tolentino (1432), Pierfrancesco di Lorenzo Medici (1453), la famiglia Taddei (1495) e l’Ordine di Santo Stefano (1561).

Nel 1627 La Quiete assunse il carattere di vera e propria Villa Medicea: fu allora infatti che Cristina di Lorena, una delle quattro figure femminili che contribuiranno alla storia di questo luogo, acquistò la residenza. Fu lei, inoltre, a commissionare a Giovanni da San Giovanni l’affresco della Quiete che pacifica i venti dal quale di là in avanti la Villa prese il nome. Cristina di Lorena avrebbe voluto legare il destino del complesso alle future granduchesse medicee ma le sue volontà furono disattese: la residenza venne infatti concessa in uso al principe Lorenzo Medici, che tuttavia preferì risiedere nella vicina Villa della Petraia. La sua assenza rese possibile però l’entrata in scena della seconda donna che rinnoverà la residenza e le darà nuova vita.

La nobile di origini spagnole Eleonora Ramirez de Montalvo era infatti alla ricerca di una sede opportuna per la Congregazione delle “Minime Ancille della Santissima Trinità”, le cui attività sarebbero state incentrate sull’educazione spirituale delle giovani aristocratiche fiorentine. 

Secondo la tradizione agiografica, una volontà divina avrebbe indicato la Villa quale sede dell’educandato, ad ogni modo è certo che la Montalvo non risparmiò alcuno sforzo per acquisire la proprietà nel 1650. L’ingresso delle religiose, che seppure non pronunciassero voti ufficiali secondo la tradizione fiorentina non mancavano di rispettarli, rese possibile un particolare connubio tra le pratiche religiose della Congregazione e la Villa Medicea.

Nel 1657 Vittoria Della Rovere prese l’Istituto sotto la sua protezione, riservando alcune stanze a uso privato al fine di trascorrervi alcuni periodi di vacanza. Fu in questo lasso di tempo che le Montalve poterono costruire una propria chiesa e, per mezzo dell’aiuto dei domenicani di Santa Maria Novella, una farmacia.

In seguito sarebbe stata Anna Maria Luisa Medici a condividere Villa La Quiete con le montalvine, lasciando traccia anche in questo luogo di quel mecenatismo che con il “Patto di Famiglia” si sarebbe meritato la duratura gratitudine dei fiorentini, vincolando alla città un patrimonio di opere d’arte di inestimabile valore.

Le Montalve, resistendo al travagliato periodo delle soppressioni, continuarono a svolgere il proprio ruolo di educatrici fino alla seconda metà del Novecento. Villa La Quiete conserva pertanto le tracce eterogenee di una storia originale (la Villa Medicea, l’educandato, l’istituto religioso), tracce che i visitatori saranno in grado di riconoscere e di riscoprire nei suoi luoghi suggestivi.